Il tempo è passato anche per lei, come per tutte.
Anni prima gli specchi magici, interrogati da regine malvagie, non avevano dubbi nel dichiararla come la più bella del reame.
Ma che vuoi, prima la mela, poi il matrimonio; e prenditi cura dei nanetti, ‘sto cazzo di castello enorme (che poi ora va di moda il 120mq al massimo); in tutto questo anche la più bella del reame sfiorisce.
Con grazia, dignità, ma inesorabilmente sfiorisce.
E poi il cruccio di avere un marito senza nome, solo un titolo nobiliare accompagnato da un colore. Nell’intimità questo anonimato forzato le ha sempre creato problemi, non è mai riuscita ad avere un rapporto alla pari.
Nei momenti più caldi lei gridava A’zzorro a’zzorro sognando di essere infilzata dal noto ma misterioso spadaccino nero. Lui con grande educazione la riprendeva “Azzurro, Azzurro… sono il principe azzurro”.
Negli anni il Principe, come tutti gli uomini, si è un po’ lasciato andare, ha preso un po’ di chili. Nonostante il sovrappeso ha sempre voluto mettere questi pantacollant che non gli stavano più bene come quando aveva il ventre piatto. Lei per diverse volte ha dovuto comprare un nuovo elastico, che lui regolarmente slabbrava in poche settimane. Dico io prenditi una bella tuta da Decathlon, comoda, felpata. Niente. Si ostinava a ‘ste cose aderenti che, parliamoci chiaro, mettono in evidenza troppo….fossi Roberto Bolle capirei.
I primi anni di matrimonio c’era l’aiuto dei nanetti. Facevano lavoretti, aiutavano nella cura del giardino quando non erano in quello schifo di miniera. Poi anche loro un po’ alla volta sono venuti meno. Oggi è rimasto solo Cucciolo. Un destino beffardo, proprio quel Cucciolo che anni prima era stato il primo nanetto della storia a fare outing. Successe un casino che la metà bastava. Brontolo lo reggevano in cinque per quanto era alterato ma poi anche lui si dovette arrendere ad una storia d’amore.
Cucciolo s’innamorò perdutamente del Cacciatore (che faceva la guida turistica…conduceva i turisti nel bosco e li faceva spaventare mettendo un cuore finto nello scrigno….ma poi tutti ridevano). Il problema che pure questo era senza nome. Quando si pranzava tutti insieme nel Castello sembrava di giocare a Mercante in Fiera. il Principe, il Cacciatore, il Castello, la Paradisea, la Pagoda, il Lattante ecc…
Biancaneve, anche se provata nel fisico, amava sempre scendere le scale dell’ingresso ed andare a cantare nel pozzo come faceva da ragazza.
Le gambe però non l’accompagnavano più ed aveva un leggero principio di sordità. Per ben due volte era caduta nel pozzo perché aveva lanciato il suo “Vorrei…..” e non aveva sentito l’eco. Pensava che sporgendosi sarebbe stato meglio. Invece era andata di sotto. Ormai il buon Cucciolo la tiene per la vita e la fa sporgere per il suo “Vorrei (vorrei) un amore che (un amore che ), sia tutto (sia tutto) per me….(per me….)” e sogna che il Principe torni quello di un tempo.
Invece il poveretto, appesantito e senza più la forza economica degli anni d’oro, sta seduto sulle scale di pietra e con un invidiabile sense of humor risponde a Biancaneve “Oggi non ho che un conto….conto senza danè….oggi mi han protestato, amata…dammeli te”