Sono l’unico da solo al tavolino. Attorno a me gruppi, coppie che parlano. Ascolto per curiosità. Due amici parlano di come risparmiare sulla manutenzione della caldaia, un gruppo ricorda una crociera fatta tempo fa e di quanto si mangiava. Il tutto intervallato da risate sulle grosse perdite alle slot-machines. Un lui che dice a una lei non so cosa ma glielo dice digitando sullo smartphone mentre lei guarda il mare.
Vedo il figlio della contadina, Michele, che ha finito di correre, ha il pantaloncino infilato tra le chiappe e prende il suo solito caffè.
Arriva qualche telefonata e chi risponde termina con un ti bacio e o ti abbraccio alternati.
Uno dice salutm à sorete…sintomo di grande confidenza. Alla telefonata successiva esclama “Ueee salutm a mamt”…il confidence factor sale sempre più.
Vedo anche un ragazzo dal viso conosciuto e sento distintamente quello che dice alla ragazza che ha davanti “ Così vai via non scherzare no, devo convincermi che no, che non è nulla…” So già come andrà a finire e mi concentro sugli ultimi due alla mia destra.
Eccoli. Meravigliosi. Come se ci fosse un invisibile direttore d’orchestra che con un gesto gli dà il la.
“hai capito dove?” “Si, vicino al Bar Viola” “eh dopo l’elettrauto” ” si che prima c’era un negozio di abbigliamento” ” brà che ora hanno messo quel cartellone grande” “si sì vicino a casa di mia cugina” “eh eh che una volta passava il 24″ ” si che a destra sta il ponte” ” ah ho capito in pratica fa angolo con il cinema” “si sì che è vicino al Simply Market” ..”che ci fu una sparatoria 2 anni fa” “si si che non trovarono i proiettili” “eh che non si può più parcheggiare”…
Mi alzo, mi avvicino e “scusate ma quando pensate di terminare il processo di geolocalizzazione di cui ormai avete perso il controllo? Io il caffè l’ho finito e vi ci posso accompagnare così fughiamo ogni dubbio. Che ne dite?”