“Luisa mi ha lasciato. Mi ha detto che sono immaturo, che sono ancora un bambino, che non crescerò mai. Poi ha alzato il livello del discorso evidenziando che incarno il mito del Puer Aeternus. Sul puer aeternus ho incominciato ad avere delle difficoltà. Per chi non ha studiato latino, come me, sarebbe l’eterno bambino.
Insomma dice che vivo in uno stadio adolescenziale continuo. Per esempio che tolgo l’albero di Natale a febbraio perché spero che Babbo Natale possa essere in ritardo. Dice che cerco, se posso, di non assumermi responsabilità. Eh ma quando me le assumo però sono bravo. Per esempio a calcetto io mi assumo sempre la responsabilità di tirare un rigore. Che tra noi uomini è una roba da leader, da capitano che prende per mano la squadra e la porta alla vittoria. Ma lei dice che sono malato della sindrome di Peter Pan e che tirare un rigore è una puttanata. Seeeee… vallo a spiegare a Roberto Baggio durante la finale con il Brasile.
Mi ha anche detto che con il tempo ho maturato alcuni tratti della sindrome di Ulisse. Come se facessi trasparire troppo la mia voglia di ritornare ad Itaca che poi sarebbe nel mio caso la casa dei miei. Devo dire la verità, io non ho capito un cazzo di queste sindromi ma lei è una che ha studiato e mi fido. Ad un certo punto però ha tirato fuori che ho la sindrome dei Ricchi e Poveri. Qua non ci ho visto più “E che cazzo sarebbe questa sindrome? Mai sentita!” “Soffri l’abbandono. Non elabori. I Ricchi e Poveri sono un esempio. Dopo l’abbandono della bionda non si sono più ripresi”
Per finire e concludere la nostra storia ha messo sul tavolo l’ultima sindrome, quella di Pigmalione. Che è una cosa difficilissima. Praticamente lei pensa che sono un idiota ed io, che so che lei pensa che io sono un idiota, mi convinco ogni giorno di più di essere un idiota fino a diventare tale per davvero. Dovrebbe essere più o meno così. Tu capisci che Peter Pan, Ulisse, I Ricchi e Poveri e ‘sto Pigmalione mi hanno fatto capire che per lei non sono più un uomo ma la programmazione di RaiUno. Era una storia senza futuro. Senti mamma domenica vengo a mangiare da te. Mi fai trovare le cotolette di pollo ruspante belle doppie?”
“No amore mio, ho la gita a Monticchio in autobus con il torneo di Burraco. Tu però cerca di fare meglio. Luisa non ha tutti i torti. Poi ne parliamo. Stai su. E curati ‘ste sindromi.”
“Ma mamma…anche tu!”