L’ETOILE PERDUE

 

L’odore del palcoscenico. Che cosa inebriante. Guardare il teatro vuoto e sentire i tuoi passi che rimbombano sulle tavole di legno calcate dai più grandi attori, cantanti, ballerini. Sono in tanti ad essere passati da qui. Anche Alberto Sordi e Monica Vitti per Polvere di Stelle hanno ballato e cantato, proprio qui dove adesso sto io, “ma ‘ndò vai se la banana non c’è l’hai….bella hawaiana attacchete a ‘sta banana…”. Teatro Petruzzelli. Bari.

Ora sono qui per fare la comparsa. Deve andare in scena tra qualche giorno “L’angelo azzurro”, L’Ange Bleu. Un balletto con le coreografie del grande Roland Petit. Io insieme ad altri amici dobbiamo fare i ragazzi del bordello dove un professore di liceo perde la testa per la cantante Lola. Nel noto film la cantante era interpretata dall’eterna Marlene Dietrich.  Eccolo, arriva Roland Petit. Tutti lo chiamano maestro. Passa in rassegna tutti. Commenta, borbotta, indica con la mano, parla con il suo assistente. Man mano l’assistente porta via i ragazzi che devono interpretare i giovani tedeschi che si divertono nel bordello. Tranne me.

Mi avvicino all’assistente e chiedo “ma mi ha scartato? Posso andare?”

“No no no. Sei tra le danceurs”

“L’ha deciso il maestro? Ma ci vede bene? Peso 110kg come cazzo faccio a stare tra i ballerini. E poi non so ballare il twist figurati L’Ange Bleu”

“Non dobbiamo contraddire il maestro Petit. Altrimant gli viene una crisi nervosa. Sai gli artisti.”

“Madò e mò? Che devo fare?”

“Assumi une ategiamant rilassè. Sta per venire da te…attansion”

Il maestro si avvicina, mi squadra e senza dire una parola si gira verso l’assistente e piegando le braccia le porta al petto muovendo i gomiti verso l’esterno tre volte di seguito. In pratica dice al suo secondo che je suis graisse.

“Allons allons tiù fè un brisè” e si mette davanti a me ad aspettare.

“Maestro io mi sono presentato per fare le figurant per il bordello. Non so ball..” mi interrompe.

“Allons allons tiù fè le brisè”

Mi rivolgo all’assistente “Oh ma il maestro insiste, io non so neanche che cazzo è questo brisè”

L’assistente dice “lo deve decidere lui che non sei un ballerino” e me lo mima questo brisè. Io lo faccio arrossendo di vergogna e immagino che l’esecuzione sia stata di uno schifo assoluto.

“Mais no, Mais no, Mais no” urla il maestro camminando nervosamente sul palco. “Tiù es une figurant no une danceur, par bleu!”

“E IO CHE CAZZO STO CERCANDO DI DIRLE DA UN’ORA! NON SONO UN BA-LLE-RI-NO!”

L’assistente sorride “che ti avevo detto?” e mi accompagna tra i ragazzi del bordello. Finalmente.  Due giorni dopo, mentre prendiamo gli applausi di tutto il teatro dopo il corpo di ballo, a fine spettacolo, mi fermo a pensare  che stavo per diventare l’etoile di Roland Petit….non è da tutti.

Pubblicato da markmccandy

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