L’ASCENSORE BASTARDO

Per quelli in leggero sovrappeso come me frequentare i grandi uffici milanesi con grandi ascensori milanesi è una grande sofferenza milanese. Devo ammettere che i costruttori di elevatori hanno dotato questi infaticabili congegni di una intelligenza cinica e salutista.

A parte il sistema di prenotazione che ti costringe a farti tutte le fermate se devi andare al 15esimo piano ci sono delle carognate non da poco che questi elevatori ti fanno senza ritegno svolgendo le funzioni della bilancia che già non sopporti.

Tu sei lì con la tua camicia un pò tirata sui fianchi, la cintura leggermente in tensione al terzo buco, la cravatta che ricorda le spire di un rettile a sangue freddo e finalmente arriva lei (come la canzone di Mina)… l’ascensore.

Sei solo e ti accoglie per portarti al tuo piano dove devi subito sederti ad inviare la razione giornaliera di email e destreggiarti tra quelle 6-7 telefonate di operatori telefonici ed energetici che ti propongono di lasciare gli altri per passare a loro. Entro.Brutto segno, si accendono già due omini rossi ed il braccio del terzo per il controllo del carico.

Il destino è in agguato. Lei si ferma al secondo piano ed entrano 2 strafighe che vanno al quarto piano a prendere il caffè nell’area ristoro. E qui avverti giá un certo disagio.

Lei accende altri 2 omini rossi che indicano che il carico si avvicina al limite consentito  emettendo un breve segnale acustico. Rifletti sul fatto che tu da solo ne hai fatti accendere 2 e mezzo e le strafighe in due neanche 2. Ora sorridono nella loro magrezza e si fanno dei cenni complici sullo stato del tuo BMI (body mass index).

Si arriva al terzo piano  ed entra un magro di 75 kg amicissimo, anche lui fichissimo, delle due e gli omini rossi bastardi si accendono tutti mentre il segnale acustico sembra la sirena del Titanic prima di affondare. I Tre Magri si voltano verso di te con uno sguardo del tipo “eh cazzo, mangia di meno che l’ascensore non ce la fa” ignorando totalmente che tu eri stato il primo ad entrare e che se qualcuno doveva uscire erano loro. Ti rendi conto che non hanno nessuna intenzione di lasciare l’elevatore. Guardi gli omini rossi accesi ed in effetti anche loro ti guardano come a dire “si sei proprio tu che devi uscire”. Addirittura ti sembra che gli omini facciano degli esercizi di pilates per farti sentire ancor di più in difetto.

Metti su un bel sorriso e dici “grazie ragazzi sono arrivato, buona giornata” ed esci sapendo che continuerai a piedi verso il 15esimo piano.  I Tre Magri perseverano “Ma hai spinto il quindicesimo?” e tu “Si, ma mi sono ricordato che devo passare dal terzo per un servizio”. Le porte si chiudono e li senti ridere felici nelle loro taglie del cazzo.

Pensi che in fondo fare le scale fa bene, te lo dicono sempre.. Guardi fuori il paesaggio avvolto dalla nebbia e pensi che arriverà l’ora di pranzo e il tutto si ripeterà ancora e ancora e ancora.

 

Pubblicato da markmccandy

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