Ore 20,00. Una serata come tante. Valerio è solo a casa. Sta pensando di prepararsi una bella cenetta ma la pigrizia prende il sopravvento. Sta per iniziare Lawrence d’Arabia in tv e gli occhi azzurri di Peter O’Toole fanno effetto anche ad un uomo. Quindi cena veloce in modo da sedersi subito tra le dune del deserto avvolto dalle note della colonna sonora.
Mette la testa nel frigorifero e recupera una confezione di insalata belga in buono stato, un pezzo di emmenthal svizzero, un’arancia spagnola e delle fragole turche. Cerca anche qualcosa di italiano ma senza successo.
Prepara il suo posto a tavola. Tovaglietta, piatto, bicchiere, posate, un pacchetto di crackers integrali perché la linea innanzi tutto. La bottiglia d’acqua fresca non manca mai. La situazione è sotto controllo. Un rapido sguardo sul balcone per vedere come è il tempo. Sta piovendo. In realtà non gli serve sapere che tempo fa tanto non deve uscire. Ma sai sono quelle cose che uno fà così per abitudine. Giusto per dire “Che tempo di merda”.
Si passa la mano tra i capelli “Prima di andare a letto faccio una bella doccia così domattina sono pronto e profumato” Si compiace guardandosi un minuto allo specchio del corridoio “Sei bello ma quanto sei bello” Si piega verso la tv e si rende conto che Peter O’Toole lo è molto di più. Riprende consapevolezza della sua posizione in classifica e si siede davanti al suo desinare.
“Devo chiamare Lella. Domani dobbiamo andare dai suoi amici in campagna. Bisogna mettersi d’accordo. Beh la chiamo dopo il film”
Si siede e inizia a mangiare l’insalata belga accompagnata dal cracker integrale e dai cubetti di emmenthal. Al secondo cubetto sente il suono del campanello della porta.
“Ma chi è che rompe le palle a quest’ora?” Si avvicina in silenzio alla porta come una lumaca, strisciando. Vede dallo spioncino. Nessuno.
“I soliti ragazzini deficienti.” Torna a sedersi tra le dune di sabbia.
Il campanello suona di nuovo. Quattro volte di seguito, come se ci fosse uno nervoso che vuole che si apra subito. Poi basta.
“Ora mi incazzo davvero” Si alza, va alla porta e apre pronto per incazzarsi. Nessuno.
Pianerottolo vuoto. Valerio sta cercando di capire e il campanello riprende a suonare.
Valerio chiude la porta, accende la luce. E’ agitato.
Ha visto tanti film di paura e nella sua mente passano mille scene terrificanti. Gira tra le stanze con in mano la mazza della scopa e apre porte ed accende luci. Nessuno.
Il suono ritorna insistente. Valerio ora ha paura davvero.
Ora gli squilla il cellulare che ha in tasca. “Chi è?” risponde agitato
“Sono Lella, oh che non mi riconosci?”
“Scusami ma sono agitato, suona il campanello della porta in continuazione ma non c’è nessuno. Sto cercando di capire”
“Valerio, scusami ma ho lasciato il mio cellulare nuovo sul divano di casa tua e sto cercando di chiamarlo per capire dove sta e poi mi sono ricordata che forse era a casa tua.”
Valerio mette la mano sul divano e il telefono di merda è lì. Il telefono che per un pelo non gli ha fatto venire un infarto.
Lella continua “Ci sei? Lo hai trovato? Quando ho impostato la suoneria nuova mi è sembrato carino usare quella uguale al campanello di casa tua.”
“E’ stata una grande idea amore. Ora però te ne metto un’altra DI SUONERIA VA BENE?”
“Valerio non gridare, sei nervoso?”
“NO. E’ CHE STAVO VEDENDO LAWRENCE D’ARABIA E HO PERSO IL PEZZO CHE MI PIACE. VA BENE?”
Una opinione su "LA SUONERIA"