Un giorno un’apotema si innamoró di una bisettrice e andarono a vivere in un insieme di parallelepipedi poco fuori il perimetro cittadino. Entrambe erano persone rette e precise. L’apotema passava le ore a vedere la sua amata creare angoli nella casa per poi dividerli in due parti perfettamente uguali.
La bisettrice invece adorava come l’apotema trovava sempre il punto preciso per essere equidistante dalle pareti, tranne che per quel fastidioso vizio di tracciare un cerchio per terra come quelli di Banca Mediolanum.
Abitavano in un parallelepipedo di lusso con un goniometro che curava le scale 1:100 ed era operativo a 360°.
L’unica coppia di amici che frequentavano erano una squadra e un compasso con cui erano d’accordo quasi su tutto. Quando cenavano tutti insieme si cercava di tenerli lontani in quanto, tendendo a sovrapporsi, amavano intraprendere discorsi strani su miti, Grandi Architetti e fratellanza.
Una sera la squadra fece innervosire la bisettrice per una visione diversa che avevano dell’angolo retto. Tutto tornò tranquillo grazie al compasso e all’apotema che iniziarono a costruire la proiezione ortogonale di un pentagono (grande classico) facendola arrivare in camera da letto.
La bisettrice sorridendo si scusò per il disordine “fa niente se ci sono ancora degli angoli non divisi….? Non ho avuto tempo oggi.”
Tutti sorrisero e si misero seduti sul divano a parlare dei soliti segmenti del piano di sotto.
già mi vedo la bisettrice ricordare all’apotema di non guardare troppo quella circonferenza lì perché tra due punti passa una ed una sola retta e se non ti comporti bene ti circoncido!
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L’ha ribloggato su Il Blog di Tino Soudaz 2.0 e ha commentato:
Bello, veramente bello…
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