Speravo che questo trambusto sul produttore di Hollywood finisse presto. Invece decine di attrici famose hanno tirato fuori i soprusi e le violenze subite da Harvey. Io almeno lo chiamavo così…Harvey.
Ormai non posso più tacere ed è giusto che si sappia che anche io ho subìto le sue morbose attenzioni.
Ero ad Hollywood per presentare il mio libro e la società di distribuzione aveva organizzato una cena con i maggiori influencer dello show-business.
Non ti vado a capitare allo stesso tavolo di Harvey? Si è presentato molto educatamente ed io ho ricambiato con il mio inglese un pò approssimativo.
Mi ha detto che sapeva del libro e che aveva letto qualche racconto. Poi mi ha guardato con uno strano sguardo dicendo “Very impressive, so…congratulations Mr. Mc Candy”.
Capirai, avere i complimenti del produttore di film pazzeschi. Ho pensato in un secondo che se le mie storie gli piacciono questo mi produce un film dal libro e scatta il milione di dollari regolare.
La cena scorreva piacevolmente. Si discuteva anche con gli altri commensali ora di un film ora di un libro. Era gente di alto livello. Ad un certo punto, non so come, il discorso è andato a finire sulle carte di credito. Che rottura di palle. Tutti tiravano fuori roba di platino che a vederle erano già dei gioielli di inestimabile valore.
Al mio turno ho avuto l’attenzione esagerata su di me. Lo scrittore italiano. Vediamo che carta ha. Ho tirato fuori la fidelity Card della SISA. Allora gli sguardi si sono fatti parole “Mai vista, che banca è, che circuito?”
“SISA sta per Super VISA, l’abbiamo in pochissimi in Italia”
“Very impressive Mr. Mc Candy, you’re a surprise” Harvey si complimenta con me.
“But now io volio te in my room to speak di mio grosso affare”
“Harvey, sono lusingato. Per me è un onore parlare di affari. E se tu me ne proponi uno grosso non posso non accettare. Era il mio obbiettivo. Io voglio vendere 100mila libri negli States. Saliamo nella tua suite?”
“Oh yes my suite. But Mark io volio venire with you da back door, dala potta di servziouu”
“Harvey sono d’accordo. Meglio salire dalla porta di servizio. Quando c’è in ballo un grosso affare non bisogna farsi notare. La porta di dietro è l’ideale. Low profile.”
“Mark, but io volio you entra in my back door and then io va nela tua potta di servizou.”
“Harvey ma quante porte di servizio stanno nella tua suite? Non ho capito. Prima entriamo da una e poi usciamo ed entriamo dall’altra? Non possiamo stare sul divano comodi a parlare del grosso affare che mi vuoi proporre?”
“Oh sure! But my big affareii lo volio pottare nela tua potta di serviziouu, understand?”
“Harvey scusami ma forse ho bevuto un pò troppo e non riesco a capire. Ma questo grosso affare dove va discusso? Davanti alla porta di servizio? Ma è necessario discuterlo lì? Hai paura che ci siano dei microfoni nella suite? Non vuoi far sentire a nessuno quant’è grande questo affare? Moooo allora deve essere proprio importante”
“Mark I am very happy to stay a pallare with you but now io volio to catch the moment. You sei like me? Let’s go to potta di serviziou”
Harvey mi si avvicina e mi abbraccia con forza cercando di girarmi. Solo in quel momento ho capito a quale porta di servizio si riferiva e quale era il grosso affare che mi voleva proporre. Sono scappato dalla porta della suite mentre Harvey sul divano urlava “Volio la tua potta, volio la tua potta di servizouuuuu”.
In un attimo ho visto svanire Oscar, milioni di copie vendute del mio libro, successo e celebrità. Tutto questo per non aver fatto entrare Harvey dalla porta di servizio.
L’ha ribloggato su Il Blog di Tino Soudaz 2.0 .
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