Arrivato a sei anni il piccolo Julien ebbe in regalo un coltellino Opinel dal manico rosso. Ne andava fiero. Voleva dire che era diventato grande. Un vero esploratore non si poteva ritenere tale senza il suo Opinel. Il papà gli aveva fatto vedere come usarlo, come intagliare il legno. Julien seguiva i consigli ed imparava sempre più. Ormai era il suo passatempo preferito. Faceva i compiti seduto al grande tavolo di legno della cucina e poi di corsa nel boschetto di fronte alla malga dove viveva con la famiglia e un pò di animali.
Gli alberi del bosco vedevano il piccolo intagliatore che cresceva e intagliava. Prendeva solo rami spezzati e non staccava mai rami dagli alberi. Il nonno gli aveva insegnato il rispetto per la natura e per gli animali.
Julien sapeva creare un sacco di oggetti. Mestoli, scodelle, bastoni intarsiati per il nonno. Tutto quello che creava in più lo andava a vendere al mercatino della domenica nel paese giù a valle. Era il giorno che preferiva. La mamma gli ricordava di farsi il bagno il giorno prima e di mettersi il vestito buono, l’unico che aveva.
Julien, la domenica mattina presto, si metteva in cammino e dopo un paio d’ore arrivava al mercatino. Montava il suo banchetto e sistemava tutte le sue creazioni.
Una delle ultime volte conobbe una ragazza della sua età, quasi diciassette anni. Si chiamava Francoise. Bel vestitino della festa, tutti pizzi e velluti. Un bel viso incorniciato da una frontierina che le fermava i capelli. Julien, abituato a intagliare il legno nel boschetto, si trovava di fronte a una nuova sensazione che non riusciva a decifrare.
“Ma questi oggetti li intagli tutti tu?” chiese Francoise sbattendo le ciglia come una cerbiatta.
“Si” rispose orgoglioso Julien “Li ho fatti tutti io con il mio Opinel “ e alzando la mano mostrò il coltellino facendo luccicare la lama colpita dal sole.
“Caspita come luccica!” Francoise si mise il palmo della mano davanti agli occhi per proteggersi.
“Non ti piace niente di quello che ho portato oggi?” il giovane intagliatore domandò alla ragazza.
“Pensavo che intagliassi anche piccoli oggetti tipo anelli, tazzine, pendagli per collane” la cerbiatta sbatteva le ciglia
“Ma posso farli. Anzi se vieni domenica prossima te li faccio trovare. Ho tutta la settimana per lavorarci” subito operativo il montanaro.
“Mi raccomando ci conto. Guarda la mia mano e cerca di ricordare la misura delle mie dita” la cerbiatta si voltò e camminando scomparve tra la folla colorata del mercatino domenicale.
Settimana di grande lavoro per Julien. Studiava e intagliava anelli e collane. Voleva fare un figurone al mercato della prossima domenica. Intagliava e pensava a Francoise. Pensava a Francoise e intagliava.
Seduto nel boschetto a lavorare un bel pezzo di legno si rese conto che il pensiero di Francoise era sempre più presente e continuava a pensare alla sua mano che aveva visto da vicino per prenderne le misure. Scoprì così che, oltre ad impugnare l’Opinel dal manico rosso per lavorare il legno, poteva impugnare altro e provare nuove emozioni.
La mamma lo stava osservando dalla finestra. Lo vedeva di spalle armeggiare tra le gambe pensando stesse intagliando come al solito. Chiamò compiaciuta il marito.
“Guarda, Julien sta lavorando il legno come al solito.”
“Non credo, cara. Vedi che l’Opinel è poggiato lì, al suo fianco. Non sta intagliando. Ha scoperto l’alternativa al piccolo coltello dal manico rosso….era ora. Credo che la ragazza conosciuta in paese domenica scorsa abbia fatto capire a Julien che oltre all’intaglio del legno esiste altro.”
“Che dici se a Natale gli regaliamo una bella sega da falegname, di quelle professionali?” ride la mamma.
“Dai, che ti viene in mente?” il papà finge di scandalizzarsi e tira un pizzicotto sulla chiappa della moglie.
“Era per scherzare…cosa vuoi per cena? Ti va una bella zuppa?”
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