A differenza di Babbo Natale, la Befana è sempre stata vista come un personaggio spigoloso, burbero e certe volte anche un pò incazzato. L’Epifania è il giorno in cui i Re Magi, seguendo la cometa, arrivano a portare i doni al bambinello ma è anche il giorno in cui ci si prende la lavata di testa dalla Befana. Non solo. E’ anche l’ultimo giorno di vacanza. Domani si torna a scuola.
Di solito si prepara qualcosa per la fame antica della simpatica vecchietta. Latte e biscotti è il classico menù. In cambio lei lascia qualcosa in regalo ai più giovani. Una busta con qualche soldino, qualcosa da leggere, qualcosa per vestirsi e poi, cosa importante, riempie le calze di caramelle e cioccolate. Sarebbe bello se la finisse qui. Invece no. Lascia anche una lettera. Una specie di discorso del Presidente della Repubblica del 31 dicembre o da Presidente del Consiglio all’inaugurazione della Fiera del Levante.
Sottolinea il suo stato di salute e gli acciacchi dovuti ad una vita passata sulla scopa volante. Nonostante questo ha passato tutto l’anno a guardare se i ragazzi sono stati bravi o se hanno, come succede sempre, fatto qualcosa di sbagliato. E non manca di sottolinearlo. Poi, come in tutti i discorsi che si rispettino, guarda al futuro elencando gli obiettivi scolastici dell’anno nuovo e di quanto sia importante seguire i consigli di mamma e papà.
Quindi uno sguardo al passato ed uno al futuro, uno discorso severo sugli errori ma anche di plauso alle cose buone. Una spinta a fare sempre meglio con la sua scrittura ormai incerta.
E così tra una caramella e l’altra i cuccioli di casa di ogni età riflettono sulle parole lasciate dalla vecchietta su carta pergamena e pensano che tutto sommato ha perfettamente ragione. Bisogna fare meglio dello scorso anno. Una gommosa alla frutta o un bacio perugina possono dare una mano importante per raggiungere gli obiettivi.
Grazie Befana.