IL PARACADUTE

Menico aveva sempre desiderato lanciarsi con il paracadute. Era un sogno che aveva avuto sin da piccolo quando la sorella lo lanciava dal letto a castello per vedere se si comportava come i gatti.

Crescendo, la passione aumentava ed arrivò un giorno in cui decise di frequentare un corso di paracadutismo. Tramite alcuni amici conobbe Tito, un pazzo scatenato che faceva l’istruttore in una scuola di lancio. Si diceva che questo Tito fosse un tombeur de femmes anche se nessuno lo aveva mai visto in atteggiamenti teneri con qualche ragazza. Insomma…. Menico prese un appuntamento e andò ad iscriversi.

Entrò nei locali della scuola ma nessuno rispose al classico “c’è nessuno?”…. intanto camminava nel corridoio e dava una sbirciatina nelle varie stanze finquando nell’ultima trovò Tito davanti ad uno specchio che, avvolto nel tessuto bianco di un paracadute aperto, si muoveva come una Wanda Osiris dei tempi nostri canticchiando …ti parlerooo d’aaaamooorr…..mandando baci a degli immaginari boys in frac inginocchiati sulle scale.

Tito si accorse di Menico e fece subito finta di essere impegnato a ripiegare il paracadute incazzandosi “qui se non ci fossi io a mettere le cose apposto dopo gli esercizi in aula…sarebbe un casino”. Chiaccherarono un po’, Menico si iscrisse e Tito lo accompagnò alla porta sorridendo.

“Vedrai ti piacerà, domenica faremo il lancio in tandem e io mi legherò dietro di te stretto stretto stretto stretto”

“Si sì sì …..ho capito” disse Menico.

“Saremo una cosa sola…”

“Sì Tito, ho afferrato il concetto”.

Menico tornando a casa pensò “Tito è proprio appassionato di questo sport…però si fissa su certi concetti….mah ci penserò domenica altrimenti mi cago ora addosso dalla paura…”

Arriva domenica, tutti pronti con attrezzatura e via si sale sull’areeo tra risate isteriche e battute fuori luogo. Menico cercava di stare insieme agli altri ma Tito lo chiamava.

“Menicooo…Menicoooo stiamo vicini che ci dobbiamo legare bene bene”

Ecco…decollati, tensione a mille, il rumore dell’aereo…il panorama che si fa sempre più piccolo. Si arriva in quota. 3500 metri e tutti incominciano a legarsi ai propri istruttori.

Tito volteggiando leggiadro nella stretta fusoliera “Menicoooo…Menicoooo tocca a noi…” arriva alle spalle di Menico e comincia ad armeggiare, serrare ganci, tirare cinghie fino a quando tutto non è a posto.
“Tito devi aver messo male un gancio, sento come una cosa rigida proprio sul sedere”

Menico non fini la frase che Tito gridò “Non è il ganciooooooo soooonoooo iooooo” e si scaraventarono fuori dall’aereo……
Tito era in preda all’eccitazione più sfrenata “seiiiiii miooooooo”
Menico “Titooooooo maaaaaa cheeeee cazzooooooo staiiiiiiiiii dicendooooooooo?”
Tito “Sonoooooooo innamoratoooooooo diiiiiii teeeeeeeee”
Intanto scendevano a 180 km all’ora e Menico avvertiva sempre più quanto Tito lo desiderasse.
La situazione era difficile.
Menico “ Parliamooooooo quandoooooo arriviamooooo giuuuuuuuuu”
Tito “Nooooooo tiiiiiii voglioooooo oraaaaaaa”
Menico era in preda al panico e non era il caso di contraddire Tito che aveva il governo completo del paracadute.
Menico “Vaaaaaaa beneeeeeeeee maaaaaa apriiiiiiii stoooooo cazzooooooo diiiiiii paracaduteeeeeeee”
Tito “siiiiiiiiìììììììììì”
L’apertura del paracadute li tirò su con forza fino a quando non incominciarono a scendere con dolcezza.
Tito abbracciò Menico che lacrimava forse per il vento o forse no e intanto cantava a squarciagola “ io ti chiedo ancora….il tuo corpo ancora….le tue mani ancora…di abbracciarmi ancora….” Tito ansimava dietro di lui….
Tito con delicatezza accarezzò le guance rosse di Menico “Ti è piaciuto? Da uno a mille?”
Menico “mille…..mille…”
Tito “allora lo rifacciamo?”
Menico “no no no basta uno ….”
Tito “dai dai dai lo rifacciamo che possiamo farlo meglio….”
Ondeggiando lentamente atterrarono……gli amici corsero incontro “Com’è che avete aperto subito il paracadute?”
Menico disse “per favore lasciamo perdere”….intanto  Tito sul prato ripiegava  il telo e  cantava felice “Aveva gli occhi dell’amoreeeee verdi! …mi innamorai di lui…lui di meeeeee”

Pubblicato da markmccandy

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