Il vocabolario

Ho accompagnato mio figlio a scuola come ogni giorno. E’ sceso dalla macchina e, come fa sempre, si è girato a salutarmi. Per un attimo il rumore della strada e le voci dei ragazzi hanno fatto breccia nel silenzio della mia auto. Ora è tornato il silenzio.

Ora è tutto rallentato. Come per magìa si illuminano solo i vocabolari tra le braccia dei ragazzi e tutto il resto diventa sbiadito e grigio.

Il peso delle parole è evidente. Lo era prima e lo è ancora oggi.

Non c’è internet che tenga. Il vocabolario è la casa delle parole. Con i suoi fogli leggeri e consumati negli angoli. La copertina rigida un pò scollata dal passare degli anni. Il nastro adesivo che tiene insieme qualche pagina ribelle. Le annotazioni di una sorella o di un fratello maggiore su qualche foglietto infilato tra le pagine.

Il vocabolario sembra inanimato ma non lo è. Se lo sai sfogliare, se sai cercare bene le parole, se sai leggere oltre i termini allora puoi trovare le risposte che cerchi, le frasi già fatte che possono illuminare una traduzione e darle quell’armonia e quel suono che  sembravano lontani.

E’ l’ultimo baluardo di un tempo passato.  L’ultimo nemico del copia e incolla. Duro a morire con la sue migliaia di parole. Fedele compagno di traduzione di “Dionigi Tiranno di Siracusa” sia in latino che in greco.

E quando non ci saranno più figli che studiano non lo dare a nessuno. Dagli un posto d’onore nella tua libreria. Se lo merita.

Pubblicato da markmccandy

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