Renato è da pochissimo in pensione. La moglie lavora ancora e da quando Renato sta un po’ più in casa dice che deve uscire prima per il traffico mentendo spudoratamente. La verità è che non sopporta avere il marito tra i piedi nei suoi rituali equilibrati del mattino. Questo lascia Renato completamente solo in balìa degli assalti mattutini alla loro abitazione. Andiamo in scena in questa mattina di ordinaria follia.
Renato, seduto sul suo bianco trono di ceramica, sta facendo un tranquillo schema di parole crociate ad incroci obbligati sillabici. Cosa che richiede concentrazione ed una certa abilità.
Ma il mattino non ha l’oro in bocca come dice il proverbio. Il mattino ha loro dietro la porta, nel senso che ci sono diversi soggetti che si alterneranno nel rompere il regolare bioritmo di Renato.
Ed il primo arriva alle 9,00. Il letturista del contatore dell’acqua. Uomo dinamico, media statura, matita e blocchetto. Il letturista del contatore dell’acqua è una delle persone che conosce le nostre cose più intime. Bussa alla porta, Renato lo fa entrare, sà già dove andare, corre sul balcone passando tra stanze con letti da rifare e indumenti intimi sparpagliati dappertutto o cucine dove i broccoli si stanno lessando rendendo l’aria irrespirabile.
Arriva nei pressi del contatore ma lo stendipanni con mutande, perizoma, slip gli impedisce la visuale ed è costretto ad infilare la testa tra il nostro intimo per poter vedere i nostri metri cubi e le nostre eccedenze. Renato cerca di stargli dietro cercando di raccogliere e nascondere le mutande mentre il letturista cerca di andare dalla signora del quinto piano ripercorrendo la strada a testa bassa in quanto impegnato a scrivere i valori dell’eccedenza acqua con un collant attorno al collo a ricordo perenne della lettura.
Il letturista se però trova la porta chiusa prosegue in automatico come le automobili radiocomandate fino a che non trova un varco. Renato aveva aperto la finestra sul balcone del salone e il letturista è andato dritto. Si è sentito solo un fruscìo. La signora Lia del quinto piano ha evitato così di tradire il marito costringendo Claudio Baglioni a cambiare strofa alla nota canzone.
Renato ha avuto giusto il tempo di riprendersi dal turbine della lettura che la porta risuona. Commette l’errore di non guardare dallo spioncino e sulle note dei Pooh “Dammi solo un minuto” ecco due onesti quanto tenaci Testimoni di Geova che gli domandano a bruciapelo “Lo sai cosa ci aspetta nel futuro?”.
Renato candido “Non saprei, è solo qualche giorno che sono in pensione”
I due testimoni rapidi come i Velociraptor di Jurassic Park lo accerchiano e prendono posto sul divano con le loro riviste invitando Renato a chiacchierare con loro.
Renato incomincia ad avere nostalgia del suo lavoro, il caffè con i colleghi, le scadenze, i permessi, le ferie. Ora è lì che non riesce a liberarsi dei due tenaci testimoni. Lui ne aveva sempre sentito parlare ma non li aveva mai visti.
Nello scrutarli, ascoltarli ecco che risuonano alla porta. Si alza apre e track! Si sente aspirare le pantofole. “Provi a vedere se sotto le sue ciabatte ci sono acari, provi, provi, provi” Il dimostratore della Folletto è implacabile. Renato sta cercando di vedere se ha gli acari sotto i piedi e il dimostratore ha già attaccato tutti i tipi di estensione al nuovo modello di scopa elettrica e sta aspirando tende, pavimento e poltrone.
Ai testimoni di Geova viene chiesto di alzare le gambe per aspirare il tappeto. Il dimostratore si destreggia come Fred Astaire con il bastone di cristallo ed accenna anche a qualche passo di tip-tap. Nel salone sembra di stare in Normandia ad Ohama Beach durante il D-Day.
Renato non è come la moglie. Lui è un puro. Non sa dire di no. In venti minuti si ritrova ad avere acquistato un folletto completo di tutto. Anche l’attrezzo per aspirare la polvere dalle fessure degli antichi mosaici romani.
Ha dato una donazione ai Testimoni di Geova ed ha fatto l’abbonamento per due anni alla rivista “Il futuro come sarà”.
Ora è sfinito sul divano. Indebitato. Il salone da sistemare. Lo chiama la moglie al telefono “Beh come si sta a casa? Bello stare senza far niente eh?”
“Penso che accetterò quel piccolo lavoro di tuo fratello. Mi sento ancora operativo”
“Bravo così mi piaci. Ci vediamo più tardi”
La moglie ora può telefonare al letturista (che si è salvato), ai testimoni di Geova e al venditore della Folletto per ringraziarli di essere venuti tutti stamattina come da accordi telefonici di qualche giorno prima. L’ obiettivo è stato raggiunto. Renato torna di corsa al lavoro con l’entusiasmo di un ventenne.
Moglie intelligentissima! Prendo appunti e a tempo debito……. 😉
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