“Pronto?” Marcel risponde con voce impastata al suo smartphone nel cuore della notte. Era nel mezzo di un sogno meraviglioso. Era con Françoise in un barcone sulla Senna e, sdraiati sulle chaise longue ascoltavano la Hardy che arrotava sensualmente “Comment te dire adieu”.
Dall’altro capo del telefono si agita il suo assistente “Monsieur Marcel hanno trovato il maire di Brandy-sur-mer senza vita nel suo ufficio. Gli agenti della polizia municipale sono già lì. Bisogna andare lì. La passo io a prendere con la macchina di servizio?”
“No Andrè, vengo con la mia voiture. Il tempo di capire che ore sono”
“Sono le trois de la nuite, mon commissaire”
Grazie Andrè, ci vediamo lì tra mezz’ora”.
Marcel si veste rapidamente dopo essersi lavato vigorosamente la faccia e dato una rinfrescata al petit oiseau che “tu ne sais jamais”. Indossa come al solito la fondina con la sua fedele SP2022 d’ordinanza in dotazione alla Gendarmerie non senza prima controllare lo stato del caricatore.
Scende in garage e in pochi minuti si trova sulla statale verso Brandy-sur-mer guidato dal suo inseparabile navigateur. Sul sedile affianco al suo c’è la borsa con l’ordinateur con cui ama gestire tutti i casi di suicidio, omicidio ed altre efferatezze. Marcel cataloga gli indizi nel suo feuille de travail e li riordina continuamente per trovare punti di contatto e collegamenti che avrebbero potuto aprire nuove piste verso la risoluzione dei casi.
L’aria fresca della notte entra dal finestrino aperto mentre Maurice Chevalier alla radio canta “The aristocats”. Un pò di curve fanno compagnia all’ormai sveglissimo Marcel.
Il sindaco lo aveva conosciuto qualche anno fa in occasione dei funerali della moglie. Poi da vedovo si era ritirato dalla vita sociale ed era completamente assorbito dal lavoro di primo cittadino. Un lavoro che faceva con passione e stima da parte di tutti al punto di essere rieletto per altri cinque anni proprio qualche mese fa con una maggioranza schiacciante del 72% sul suo avversario politico.
Marcel inizia, prima di arrivare sul posto, a farsi domande su chi poteva volere male al sindaco tanto da volerne la mort ma in questo momento non riesce a vedere nulla, le obscuritè totale.
Dal buio totale della statale eccolo arrivare al Municipio dove le luci sono tante. Lampeggiano con il solito ritmo incessante.
“Mon commissarie, venga venga” il fido Andrè gli apre la portiera della Peugeot e procede davanti a Marcel per condurlo al primo piano dove c’è la stanza del sindaco avec le drapeau de la république française.
“Non fate toccare niente a nessuno fino a quando non lo dico io” Marcel si rivolge ai flic che piantonano l’ingresso della stanza. Intanto fuori ha iniziato a piovere e sono le quattro di mattina e il commissaire avrebbe voglia di un bel cafè & croissant. Dovrà aspettare, a malincuore dovrà aspettare ma al sorgere del sole sarà suo il morbido croissant.
Ora Marcel si tira su la maniche della camicia ed incomincia a girare attorno al corpo senza vita del sindaco. Un solo colpo di pistola alle spalle e si è accasciato sulla scrivania di noce massiccio. E’ evidente che non se l’aspettava. Però non deve essere morto subito. Ha cercato di lasciare qualche informazione. Nella mano destra ha un tagliacarte e c’è un limone tagliato in due. Accanto alla seconda metà del limone il cd di Charles Aznavour e Mina in un concerto dal vivo all’Opera di Paris e nella mano sinistra una Montblanc infilata in una baguette. Marcel per un attimo pensa di stare sul set di un film di Sorrentino poi scatta qualche foto con lo smartphone mentre entra Andrè.
“Mon Commissaire, come la vede la questione? Ci sono indizi?”
“Mah non saprei, il sindaco ha cercato di comunicare qualcosa, almeno credo. Non riesco a capire il senso di questi oggetti.”
“Mon Commissaire se mi permette cerco di capire anche io. Mi piace fare i rebus e magari qualche spunto potrebbe venirmi. Vediamo un pò…vediamo un pò…” Andrè osserva la scena del delitto e prende appunti sul suo block notes.
“Vede Mon Commissaire, il sindaco tagliando il limone, secondo me, ha voluto fare uscire la vitamina. Poichè sapeva di morire e quindi di perdere la vita ecco che dalla vitamina bisogna togliere la vita. Così rimane mina. Ma accanto al limone c’è un cd di Aznavour che canta con Mina e quale è la canzone di Aznavour che Mina canta?
“Non ricordo”
“Ed io tra di voi. Mon Commissaire è un grande classico. Non può non ricordare”
“Beh e allora? Cosa c’entra?”
“Il sindaco voleva dire che lui rappresenta un ostacolo – Ed io tra di voi- e qui si aggancia la Montblanc infilata nella baguette. La penna simboleggia la firma di un qualcosa, di un accordo, di un permesso per esempio. La baguette invece potrebbe rappresentare l’attività di fornaio. Magari è il fornaio del paese a cui il sindaco non voleva rinnovare il permesso. E quindi la penna infilata nella baguette può significare la negazione di un accordo”
“Andrè sono sbalordito dal tuo ragionamento. Però mi viene anche da pensare…. scusa ma se il sindaco voleva comunicare chi era l’assassino perchè non ha scritto il nome su un foglio invece di fare ‘sto casino, taglia il limone, prendi il CD, infilza la baguette. Boh? Andiamo a recuperare il fornaio”
“Oui mon commissaire” Andrè facendo il gesto del saluto militare lascia cadere un biglietto. Marcel lo prende e legge “E’ stato il fornaio Pierre de la Route”.
“Andrè cos’è questo biglietto con su scritto che è stato Pierre il fornaio?”
Visibilmente imbarazzato Andrè confessa “ Mon commissaire, quando sono arrivato io sulla scrivania c’era il sindaco con il biglietto accanto alla mano. Però ormai l’avevo svegliata alle tre di notte e allora ho pensato di rendere più interessante l’indagine e fare anche io una bella figura. Così ho sistemato la scena del crimine con gli oggetti a simboleggiare qualcosa.”
“Andrè, tre cose ti voglio dire…la prima è vaffanculo, la seconda portami in un bar a fare colazione, la terza andiamo a prendere il fornaio.”
Questa mattina, già iniziata con delle preoccupazioni inevitabili, mi hai strappato un sorriso!!
E’ vero: ma perché ci complichiamo inutilmente la vita?
Bravo “commissaire “! Condivido in pieno le tre cose che dici!!!
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Bravissimo, inventarsi un Andre’ che è semplicemente favoloso nel creare una…pista per far bella figura. Mi è piaciuta molto questa tua nuova versione del racconto.
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