In fila all’Agenzia per l’Impiego. Quanto mi rompe venire qui per cercare lavoro. D’altronde non posso stare senza. Io poi ho una competenza particolare. Non è facile, per niente. C’è un casino incredibile. Accanto a me c’è, alla ricerca di un impiego, una scatola con 12 cubetti. Sapete quel gioco che su ogni faccia del cubo c’è un pezzo di disegno e mettendoli tutti nella verso giusto si compone l’immagine intera?
Beh non riesce più a trovare un bimbo che giochi con lei. Ormai superata. L’impiegato dice che ha uno skill non più ricercato. Io invece sono un trapezio. Sapete quello che volteggia nel tendone del circo con i trapezisti appesi sopra che si lasciano e si prendono tra gli applausi degli spettatori?
Beh con la crisi nel settore circense mi hanno licenziato. Non volteggio più. Negli ultimi mesi poi forse per la stanchezza, la noia, la mancanza di entusiasmo sono arrivato un paio di volte in ritardo sulla presa ed il trapezista rumeno mi è andato giù. La prima volta c’era la rete e quindi mi sono preso una bella incazzatura. La seconda volta, per la riduzione dei costi, avevano tolto la rete. La cerimonia funebre che è seguita è stata molto toccante. Gli amici e i parenti di Laszlo, il trapezista, volevano che scendessi per partecipare al rito ma, vedendo i loro volti, ho preferito osservarlo dall’alto volteggiando leggiadro sotto il tendone rosso.
Quindi licenziato. E oggi sono qui. L’impiegato solerte mi dice che al momento i circhi non fanno recruiting per la posizione di trapezio. Avrebbe solo una possibilità. Fare l’altalena in un parco giochi. Dovrei essere messo tra due alberi e far giocare i bambini. Penso che possa essere un bel modo di rientrare nel mondo del lavoro. Accetto con entusiasmo. Mi faccio dare le carte per l’assunzione e l’indirizzo. Mi posso già presentare e così faccio.
Arrivo e vedo l’insegna “IL PARADISO DI LASZLO”, mah questo nome non mi è nuovo. Appena varco l’ingresso mi trovo davanti un bel giardino e rimango estasiato nel guardare tutte le piante e le giostrine per bambini. Un grido mi fa’ tornare alla realtà “Ehi ma quello è il trapezio che ha fatto cadere Laszlo”.
Mi ritrovo inseguito da parenti e amici di Laszlo che in memoria del trapezista avevano aperto un parco giochi dedicato a lui. Mi prendono, mi tagliano in due e “Ora ti mettiamo vicino a Laszlo così starai per sempre con lui” . Così vengo piantato per fare arrampicare un glicine dove riposa Laszlo.
“Beh cercavo un lavoro a tempo indeterminato, tranquillo, magari un pò statico ma va bene così…che culo!”