IL LAVANDINO BASSO

Specchi grandi, lavandino in marmo e luci soffuse. Andare in bagno in un grande albergo ha il suo fascino. La cabina doccia è un monolocale che se potesse parlare potrebbe raccontare storie, e che storie. Specchi che vedono ogni giorno corpi perfetti con pigiami e sottane eleganti di seta.

“Da noi il rotolo di carta igienica inizia sempre con un angolino di carta rigida, non è come quella normale che ci metti mezz’ora per capire da dove devi iniziare a tirare lo strappo. Io sono qui sul lavandino. Bella, piccola e lucida. Sono la confezione di doccia-shampoo marchiata con il logo dell’hotel. Sto qui con gli altri. Qui puliscono ogni giorno. C’è sempre aria profumata. Dalla finestra si vede il Louvre. Amo questa vita, questa essenza e questa gente che mi porta nella doccia e mi usa con eleganza, con savoir-faire e poi si asciuga con morbidi accappatoi bianchi. Oggi abbiamo una top model nel bagno. Uno spettacolo. Dopo aver curato il suo maquillage prende tutto quello che sta sul lavandino e mi mette nella sua trousse.”

La boccetta finisce così nel trolley di Louis Vuitton e viaggia veloce in un taxi verso l’aeroporto mentre la top model parla al telefono. Al Charles De Gaulle solito casino. Mezz’ora per imbarcare il mega trolley e la boccetta tranquilla nella trousse con i suoi colleghi di lavandino.Il volo della top model è in ritardo e per un errore il trolley viene imbarcato sul volo in partenza per Fiumicino dove arriva in anticipo. Nello stazionare nell’area riservata subisce una manomissione e la trousse finisce nell’Ape con tre ruote di Nando, simpatico e ruspante discendente di Decimo Massimo Meridio.

“Ahò, anvedi che trousse. Ammazza, ce stanno li saponi bboni. Mmmhh ansenti che profumo. Mò li porto a Rosetta, je faccio ‘na bella sorpresa, dice sempre che nun je porto gnente!”. Arriva con il suo tre ruote scoppiettante nella borgata dove vive.

“A’ Rosè, anvedi che t’ho portato, un regalo de’ gnente!”

“Bello Nando mio, metti tutto ‘n bagno che poi me li vojo guardà con carma”

“Vabbè Rosè io me faccio n’antro giro e poi torno. Fatte trovà tutta profumata come ‘na rosa de’ maggio che te vojo annusà tutta tutta, bella de Nando tuo!”

Rosetta sistema le varie confezioni sul lavandino precario ma tutto non c’entra, mette la boccetta sul bidet e se ne va. La boccetta allora si rivolge a quelli rimasti sul lavandino.

“Oh ma cos’è questo? Un lavandino basso? Io sono abituata a stare in alto, mi viene l’ansia qui. Non respiro”

Un rasoio bilama ormai innocuo le risponde “A’ fata, quello ‘ndo stai nun è un lavandino basso. Se chiama bidè. Qui ce mettono le mutanne sporche dei regazzini e ogni tanto ce se laveno le parti intime. Oh se nun respiri svitate er tappo che c’hai sulla capoccia!”

Sul bidet c’è anche un dispenser ormai vuoto “Mamma mia che mar de testa, cò tutte le botte che prenno ogni ggiorno. Nun sé sò convinti che nun c’ho più gnente da dà, nun c’ho più gnenteeee!

In questo clima rientra Nando. “Rosè, sò tutto sudato, me vojo dà nà bella sciacquata tu sai dove, ahahahaha così pur’io te faccio trovà ‘na bella cosa fresca e profumata! Ahò co’ che me lavo? Er dipenser ormai è agonizzante, nun esce più gnente.”

“A’ Nando ho messo sur bidè ‘na boccetta de quelle c’hai portato tu. Fatte er bidè co’ quella, che c’ha pure ‘na bella essenza de faggio, così poi all’omo mio je spunterà un bel ramo profumato, ahahaha”

Nando si libera degli indumenti intimi e come un antico cavaliere medioevale monta sul bidet mostrando alla boccetta il suo ormai fatale destino in primo piano.

“Bella ‘sta boccetta, che ccè stà scritto? Hotel De La Ville, a’ coso ora te dò ‘na bella ‘nsaponata che Rosetta nun po’ aspettà e ‘nnamoooo!!”

Pubblicato da markmccandy

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