Tu sei uno scrittore.
Ammettilo, ti senti un po’ figo.
Hai uno o piú ISBN che ti assicurano l’eternità nei database. Chiunque potrà trovarti.
Metti la tua firma su tanti libri.
E mentre firmi guardi gli occhi pieni di ammirazione del tuo lettore. E ti senti figo.
E pensi che uno scrittore non può non andare al Salone del Libro. Tu sei uno scrittore!
Nel tuo vivere quotidiano sei famoso. Entri nel solito bar e qualcuno dice “ecco il nostro scrittore” e un tuo libro campeggia tra una bottiglia di Aperol e una di Amaro Lucano.
Poi parti per il Salone del Libro pensando di avere lo stesso trattamento. Diamine sei uno scrittore!
Al bar del Salone stai in coda con Augias, Carofiglio, la Modigliani per un caffè e pensi “cazzo sono uno scrittore!”. Il barman ti guarda e ti dice “Giovane!! Meh veloce a bere il caffè che il dott.Augias deve prendere la spremuta”. Inizi a capire che non è come al tuo paese. Ti guardi intorno e ci sono centinaia di scrittori che presentano libri e fanno firmacopie con decine e decine di scrittori in fila che a loro volta faranno il firmacopie dopo aver fatto la fila. Allora urli con tutto il fiato che hai in corpo “Oh che pure io sono scrittore!!”
“Non gridare che qui siamo tutti scrittori.”
“E i lettori?”
“Siamo sempre noi. Smettila di gridare e mettiti in coda”

Ogni scrittore deve essere anche lettore. Il rapporto tra le due cose evidentemente è relativo al contesto
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