In questi giorni ci sarà la fashion week. Modelle strafighe che sfileranno leggiadre con tessutini impalpabili davanti ad occhi avidi di moda e di tendenze. E noi che continueremo a non capire le differenze rispetto agli anni passati. Un po’ come Andrea, nel Diavolo veste Prada, che pensa che un maglione azzurro sia semplicemente un maglione azzurro e non il risultato di studi sui colori, sui tessuti, sui cambiamenti sociali somatizzati da stilisti creativi.
La giornalista ispirata e specializzata come al solito pone la domanda di rito al creativo della collezione “Come sarà la donna dell’anno prossimo?”
“Beh io ho voluto immaginare una donna che lavora, dinamica, impegnata, che ama essere sempre all’altezza della situazione, capace di gestire la sua vita senza compromessi. Se vuoi anche curiosa, che legge, viaggia e non ha paura a confrontarsi con mondi non familiari. Insomma una donna che vuole esprimere la sua sessualità anche fuori dagli schemi tradizionali senza vincoli di dipendenza e di orari. Che sul lavoro debba negoziare senza sentirsi vincolata a gerarchie o gabbie salariali. Che possa vivere il suo status di regime forfettario a testa alta.”
“Quindi una donna con la partita iva?”
“Si io la vedo cosí”