Sono diversi giorni che il compagno di Mara rientra a casa regolarmente con 20-30 minuti di ritardo. Una volta dice che è il traffico, una volta il solito incidente, una volta il rag. Garzoni del terzo piano. Ma perché le suona strano? Perchè lui ha iniziato la dieta e solitamente non vede l’ora di tornare presto a casa per cenare. Mara ha maturato una sua ipotesi ma vuole verificare.”
Eccolo, con l’aureola che gli brilla sulla testa, che rientra ignorando quello che lo aspetta. Non ha l’aria stanca ma una specie di sorriso furbetto, birichino e appagato.
“Beh, anche stasera traffico?” dice lei parandosi davanti alla porta del corridoio.
“Si, guarda, un semaforo rotto, il delirio” mentre accenna al traffico si dirige verso il bagno.
“Dove vai? Non mi dai un bacio?” lei inizia a serrarlo tra le sue spire come un boa constrictor.
“Amore mi lavo i denti, sai tutto il giorno…non ho un alito freschissimo, un attimino e sono da te” cerca di sfuggire alla stretta mortale della sua dolce metà.
“Lo voglio ora il bacio. Un bacio vero. Alla francese.” Lo abbraccia e inizia a baciarlo profondamente.
Ormai il poveretto è in gabbia. Il bacio di lei è come un eco-scandaglio, gli sta analizzando le due arcate senza pietà.
La lingua di lei è un organo estremamente sensibile e rileva nell’ordine: alcuni frammenti di pizza capricciosa tra i due incisivi inferiori, alcuni chicchi di riso di arancina alla siciliana tra un canino e un molare e tracce di un supplì con mozzarella e prosciutto cotto sui molari inferiori lato dx.
Intanto gli ha messo la mano in tasca e tirato fuori uno scontrino di quindici minuti prima.
“Sei una merda! Ti avevo preparato l’insalatina e le verdurine grigliate e tu sei andato da Ciccio Pasticcio a fare il maiale! Domani chiamo il dietologo e glielo dico. E meno male che stasera ti ho sgamato, figurati quante volte mi hai ingannato e io lì a lavare verdure e a lessare legumi.”
“Solo due volte, ti giuro soltanto due. Ciccio Pasticcio ha cambiato gestione da poco e volevo capire se il livello qualitativo era rimasto quello della precedente gestione a conduzione familiare. Però ti prego non lo dire al dietologo” la voce di lui si incrina pensando ai 150 euro della visita con pesata, umiliazione ed esposizione al pubblico ludibrio.
“Non lo so. Ci devo pensare. Senti…è migliorata quindi la qualità di Ciccio Pasticcio?” sorridendo in maniera beffarda con tono ricattatorio.
“Si sì, fanno anche delle cose nuove. Ma, amore, non le ho volute assaggiare perché volevo farlo con te la prima volta, per scambiarci le nostre impressioni e i giudizi come facciamo sempre. Ho mangiato delle cose che già conosci.” La voce da cane bastonato che vuole recuperare non funziona.
“Sì è vero, ho verificato, erano sapori a me familiari. Beh non stare lì impalato come un povero fesso, scendi e vai prendere un po’ di cose nuove da Ciccio Pasticcio….però solo per me, io intanto apparecchio la tavola. L’insalata ce la dividiamo e tu mi guardi mentre mangio con gusto le novità di Ciccio Pasticcio. Che sempre una merda sei, non credere.”
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